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Immagine del redattoreChiara Romani

QUALE COMPRESSORE USARE COL MIO AEROGRAFO?

Molto spesso chi si avvicina all’aerografia trascura un fatto fondamentale: il compressore, perché un buon aerografo non potrà mai funzionare senza il suo supporto.

Pensa che quando è stato inventato l’aerografo non esisteva neppure l’energia elettrica e chi lo usava a fine ‘800 lo faceva pompando aria in un serbatoio attraverso una pedaliera, come le vecchie macchine da cucire!

Oggi la scelta è davvero vasta e per poterti raccapezzare e sei all’inizio, vale la pena che ti dia alcune necessarie informazioni

La prima riguarda proprio il tuo aerografo: devi sapere che ogni aerografo, per poter nebulizzare correttamente il colore, ha bisogno di un determinato volume d’aria, che varia dagli 11 ai 15 litri aria/minuto negli aerografi fino allo 0,6 mm di diametro dell’ugello, ai 30 litri/minuto nelle micropistole, fino ai 50 litri/minuto – e fino a 200 – nelle pistole a spruzzo, dalle più piccole a quelle più grandi.

Questo è un dato importante da conoscere, perché l’estremo assortimento oggi in commercio nei negozi e sul web di attrezzature che comprimono l’aria può farti acquistare prodotti lontani da queste caratteristiche.

In genere le grandi aziende indicano sempre quanta aria può erogare un compressore, e quando non trovi questo dato nelle caratteristiche tecniche, vale la pena che tu indaghi un poco più a fondo. Non mi è raro trovarmi con allievi che incautamente hanno acquistato un compressore piccolo, che lavora in continuo, senza filtro anticondensa, senza regolatore di pressione e con un rendimento che a malapena potrebbe essere sufficiente a ossigenare un acquario!

Poi ci sono le differenze di “motorizzazione” (usando un termine automobilistico): compressori rumorosi (quelli da ferramenta), con motore raffreddato ad olio; compressori silenziati (che hanno una coibentazione per il rumore); quelli con motore a bagno d’olio, silenzioso con serbatoio (il motore è quello silenzioso dei frigoriferi); e infine i compressori con raffreddamento a secco, sia con motore a pistone, sia a membrana.

Se non hai problemi di rumorosità nell’ambiente dove lavori, i compressori rumorosi da ferramenta sono validissimi perché erogano un volume d’aria ben oltre le tue esigenze; possiedono un capace serbatoio di accumulo dell’aria e sono dotati di un regolatore di pressione. Generalmente sono anche relativamente economici. In tutti gli store del “Fai da te” trovi offerte davvero interessanti.

Se la rumorosità per te è un problema (lavori in casa, la sera, nel tuo studio), lascia queste valide attrezzature (compresi i compressori silenziati) ad artigiani che col loro lavoro diurno e in cantiere non hanno queste problematiche.

La scelta a questo punto ricade sui compressori con motore a bagno d’olio e su quelli con raffreddamento a secco. Nel primo tipo, silenziosissimo, un pistone pompa l’aria del serbatoio, e l’olio raffredda il motore del compressore. Generalmente sono dotati di regolatore di pressione, di pressostato e di filtro anticondensa. Sono molto silenziosi (intorno ai 30 decibel) ma sono decisamente più costosi. Si prestano di più al lavoro stanziale in uno studio, e non a viaggi avanti e indietro nel baule della macchina, in quanto se si rovesciano perdono l’olio, che necessita di essere rabboccato.

I compressori a secco, con o senza serbatoio, possono essere a pistone (in genere in teflon) o a membrana. Il primo tipo non ha bisogno di lubrificante perché il teflon è un materiale autolubrificante. Questi compressori possiedono regolatore di pressione, pressostato e filtro anticondensa e attualmente sono i più gettonati. I prezzi sono più bassi dei compressori a bagno d’olio e sono convinto che tra essi tu possa trovare quello che per rapporto qualità/prezzo faccia al caso tuo.

Se invece andiamo sui compressori a membrana, fai attenzione alle motivazioni della tua scelta. In genere chi sceglie questa soluzione lo fa per due motivi: o per la comodità e la maneggevolezza nel portare con sé un compressorino leggero che si mette nella tasca di un giaccone; oppure il prezzo, sempre piuttosto basso.

Per usi saltuari, non continuativi e senza pretese dal punto di vista delle prestazioni, il compressorino a membrana può aiutarti inizialmente, ma sappi che sono sempre privi di un vero regolatore di pressione, non hanno un filtro anticondensa e forniscono generalmente un volume d’aria piuttosto limitato, col risultato che nebulizzano il colore in maniera grossolana, con un effetto “sabbia” indesiderato.

A questo punto valuta tu qual’è la fascia che per caratteristiche ti sembra quella più congeniale a te, ma se io posso darti un consiglio sappi che già nella fascia dei compressori a secco a pistone, puoi trovare prodotti ottimi e affidabili, con prestazioni decisamente di buon livello e a prezzi abbordabilissimi.

Se desideri qualche consiglio più mirato, contattami pure e vedrò di aiutarti. Se vuoi farti un’idea su quanti compressori di buona qualità si trovano in Italia clicca su questo LINK

Buon lavoro con l’aerografo!





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